Non avrei voluto esser felice a costo di essere imbecille. […] Non trovai nessuno che accettasse di diventare imbecille per essere contento.
Conclusi quindi che, se la felicità ci sta a cuore, ancor di più ci preme la ragione.
[VOLTAIRE, Storia di un buon bramino, 1761]
L’abate spirituale era un povero a capo di parecchi altri poveri: ma i poveri padri spirituali hanno in seguito avuto duecento, quattrocentomila franchi di rendita, ed oggi ci sono in Germania poveri padri spirituali che dispongono di un reggimento di guardie.
[VOLTAIRE, Dizionario filosofico, 1764]
Uno straccione nei dintorni di Madrid chiedeva dignitosamente l’elemosina; un passante gli disse: “Non vi vergognate di fare questo mestiere infame quando potreste lavorare?”. Signore rispose il mendicante, vi chiedo del denaro, non dei consigli.
[VOLTAIRE, Dizionario filosofico, 1764]
L’imperatore Costantino era uno scellerato, lo ammetto, un parricida che aveva soffocato sua moglie in un bagno,
sgozzato il figlio, assassinato il suocero, il cognato e il nipote. [...]
Ecco come ragionava: il battesimo purifica tutto; posso quindi uccidere mia moglie, mio figlio e tutti i miei parenti;
dopo di che mi farò battezzare, e andrò in cielo; cosa che di fatto non mancò di fare.
[VOLTAIRE, Dizionario filosofico, 1764]
È davvero esistita una setta devota che andava avvelenando o uccidendo tutti i bambini appena battezzati.
Questi devoti ragionavano perfettamente. Dicevano: A questi piccoli innocenti noi facciamo il massimo bene possibile; impediamo loro di essere malvagi e sventurati in questa vita, e diamo loro la vita eterna.
[VOLTAIRE, Dizionario filosofico, 1764]
Domandate a un rospo che cos’è la bellezza, il vero bello, il ‘to kalon’. Vi risponderà che è la sua femmina con due grossi occhi tondi che sporgono dalla testolina, un muso largo e piatto, un ventre giallo, un dorso bruno.
Interrogate un negro della Guinea; il bello per lui è una pelle nera, grassa, occhi infossati, un naso schiacciato.
[VOLTAIRE, Dizionario filosofico, 1764]
Un uomo nato violento, facile ad infuriarsi, si presenta davanti a Francesco I, re di Francia, per protestare contro un sopruso; il volto del re, il contegno rispettoso dei cortigiani, il luogo stesso in cui si trova, fanno una profonda impressione su quest'uomo; macchinalmente abbassa gli occhi, addolcisce la sua rude voce, presenta umilmente la sua richiesta; lo si crederebbe tanto mite quanto (almeno in quel momento) lo sono i cortigiani fra i quali si trova, sconcertato; […] Quell'uomo lo segue a Pavia, vien fatto prigioniero con lui, e con lui condotto in prigione a Madrid; la maestà di Francesco I non fa più su di lui la stessa impressione; egli si familiarizza con l'oggetto del suo rispetto. Un giorno, cavando gli stivali al re, e tirandoli male, fa arrabbiare Francesco I, inasprito dalla sua sventura; il nostro uomo manda al diavolo il re e butta gli stivali dalla finestra.
[VOLTAIRE, Dizionario filosofico, 1764]
Ci si confessava nei misteri di Iside, di Orfeo e di Cerere, davanti allo ierofante e agli iniziati; dal momento che quei misteri erano espiazioni, bisognava pur confessare qualche delitto da espiare. I cristiani adottarono la confessione nei primi secoli della Chiesa, così come fecero più o meno propri i riti dell’antichità. Come i templi, gli altari, l’incenso, i ceri, le processioni, l’acqua lustrale, gli atti sacerdotali e parecchie formule dei misteri: il ‘Sursum corda’, l’ ‘Ite missa est’, e tanti altri.
[VOLTAIRE, Dizionario filosofico, 1764]
Una mezza libbra di piombo tirata da seicento passi mi fracassa il corpo, ed io muoio a vent’anni in tormenti inesprimibili, in mezzo a cinque o seimila moribondi, quando i miei occhi, che si aprono per l’ultima volta,
vedono la città in cui sono nato distrutta dal ferro e dal fuoco, e gli ultimi suoni che odono le mie orecchie
sono le grida delle donne e dei bambini che spirano sotto le rovine.
[VOLTAIRE, Dizionario filosofico, 1764]
Un pollaio è visibilmente lo Stato monarchico più perfetto. Non c'è re paragonabile a un gallo. Se cammina fieramente in mezzo al suo popolo, non è per vanità. Se il nemico si avvicina, non dà ordine ai suoi sudditi di andare a farsi ammazzare per lui in virtù della sua sicura scienza e piena potenza; ci va lui stesso, mette in riga le sue galline dietro di sé, e combatte fino alla morte. Se esce vincitore, è lui a cantare il 'Te Deum'. Nella vita civile, non c'è persona più galante, onesta, disinteressata. Ha tutte le virtù. Ha nel suo becco regale un seme di frumento, un vermicello? Lo dà alla prima suddita che si presenta. Insomma, Salomone nel suo serraglio non poteva stare al fianco di un gallo da cortile.
[VOLTAIRE, Dizionario filosofico, 1764]
Finora non ho conosciuto nessuno che non abbia governato qualche Stato. Non parlo dei Signori ministri, che in effetti governano, chi due o tre anni, chi sei mesi, chi sei settimane; parlo di tutti gli altri uomini che, a cena o nel loro studio, espongono il loro sistema di governo, riformando gli eserciti, la Chiesa, il foro e la finanza.
[VOLTAIRE, Dizionario filosofico, 1764]
Nell’Europa cristiana c’è stato un tempo in cui non era permesso ai novelli sposi di godere dei diritti del matrimonio prima di aver comprato quel diritto dal vescovo o dal parroco. Chiunque non avesse destinato nel suo testamento una parte dei suoi beni alla Chiesa era scomunicato e privato della sepoltura. Questo si chiamava morire ‘non confessi’, vale a dire non confessando la religione cristiana. E quando un cristiano moriva ‘intestato’, la Chiesa liberava il morto da quella scomunica facendo testamento per lui, stipulando e facendosi pagare i pii lasciti che il defunto avrebbe dovuto fare. Per questo papa Gregorio IX e San Luigi ordinarono, dopo il concilio di Narbona tenuto nel 1235, che ogni testamento cui non fosse stato chiamato un prete sarebbe stato nullo; e il papa dispose che il testatore e il notaio sarebbero stati scomunicati.
[VOLTAIRE, Dizionario filosofico, 1764]