Vorrei dare ricordo a un grande, anzi grandissimo, della canzone napoletana di fine ottocento primi del novecento: Vincenzo Russo. Di umile famiglia si ammalò di tubercolosi giovanissimo e riuscì con difficoltà a studiare e divenne prima operaio e poi guantaio. S'innamorò della bella figlia di un suo vicino gioielliere, Enrichetta Marchese. Fu una storia d'amore difficile, seppur corrisposta, per le differenze sociali e la malattia. Morì giovanissimo a 28 anni.
Si affacciò alla finestra della sua umile casa vide la chiesa addobbata in bella mostra per il matrimonio, tossì col dolore che gli provocava questo, ripensò alla sua amata che, forse, di li a poco si sarebbe sposata, chiuse gli occhi e morì. (dal mio immaginario)
Ci ha lasciato canzoni bellissime tutte scritte insieme a Eduardo Di Capua: Maria Marì, I'te vurria vasà, L 'urdema canzone.