Ricordare la storia di una città è spesso difficile: i cambiamenti urbani, la costruzione di nuove case e palazzi cancellano quello che il passato ha faticosamente scritto.
L'Italia è ricca di testimonianze antiche con i suoi numerosi monumenti e opere d'arte, ma quelli che a me sembrano decisamente più rappresentativi sono i castelli. Essi ricordano le dominazioni, le conquiste e spesso le lotte che hanno caratterizzato la storia di un paese.
Napoli, che di storia ne ha da vendere, è l'unica città al mondo ad avere nel suo stesso comune ben quattro costelli che stanno a ricordare le dominazioni che questa città ha avuto nella sua lunga e spesso travagliata storia.
Il primo castello si chiama Castel Capuano, costruito nel XII secolo dai Normanni è stato, nel corso della sua storia, modificato prima da Federico II poi dai Vicerè spagnoli, fra i quali Don Pedro de Toledo che nel 1537 lo trasformò in palazzo di giustizia, funzione che ha svolto fino a pochi anni fa. Un castello che compare in tutte le immagini di Napoli si chiama Castel dell'Ovo, famoso per la leggenda che narra di un uovo nelle sue fondamenta che mantiene oltre il castello la città tutta. Costruito lentamente nel tempo sulla villa di Lucullo, dove l'ultimo imperatore romano, Romolo Augustolo, trascorse il suo esilio. Si vede meraviglioso sull'isoletta di Megaride e caratterizza l'iconografia classica del golfo partenopeo.
Accoglie i turisti nei pressi del porto in piazza municipio un castello con cinque torri, costruito “maschio” dagli Angioini e trasformato dagli Aragonesi nell'attuale castello-reggia chiamato Catel Nuovo (famoso come Maschio Angioino). Bellissimo e imponente rappresenta il classico castello medievale del nostro immaginario e fu reggia per i Re Angioini ed Aragonesi.
Chiunque abbia visitato Napoli non ha potuto non notare alzando gli occhi sulla collina del Vomero la famosa Certosa di San Martino, dietro la quale si erge fiero Castel Sant'Elmo, fortezza imponente che, con la sua particolare forma a stella con sei punte, serviva da estrema difesa e vedetta. Fu il quartier generale dei Giacobini nella breve repubblica partenopea del 1799.
Concludo con i castelli di Napoli che non ci sono più: il Castello del Carmine, famoso durante la rivolta di Masaniello (1647), sventrato nel 1906 per far posto all'attuale via marina, oggi restano soltanto le sue due torri, oppure il Castello di Nisida, costruito sull'omonima isola dagli Angioni attualmente carcere minorile ed infine il Castello di Vigliena del quale restano pochi ruderi.
Napoli e i quattro castelli
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- Scritto da Francesco Verolino