Capafresca
ANNO XI - NUMERO 127 – LUGLIO 2009
CITAZIONI
2 GIUGNO - Il 2 giugno è la Festa della Repubblica Italiana, perchè il 2 giugno 1946 si svolse il Referendum per scegliere tra Monarchia e Repubblica.
BLA-BLA-BLA – Quello del bla-bla-bla non è un vizio soltanto della classe politica. E’ un vizio di tutti gl’italiani. In qualunque luogo, circostanza e ambiente sociale il brodo della nostra lingua è sempre allungato. Per dire una cosa, noi impieghiamo il doppio di parole di un inglese o di un francese (…) Noi potremmo esprimerci in maniera molto più asciutta, come del resto facevano gli scrittori del Cinquecento, Machiavelli, Guicciardini e così via, solo che ci decidessimo a dire quel che pensiamo. Ma il fatto è che noi italiani, e i politici in particolare modo, non parliamo e non scriviamo per dire ciò che pensiamo, ma per nasconderlo, o almeno per ovattarlo, in modo da poter essere pronti, all’occorrenza, a dimostrare che non volevamo dire ciò che gli altri hanno creduto di comprendere, ma una cosa diversa, e talvolta opposta. [INDRO MONTANELLI (1981) su “Oggi”]
GRAZIA – La grazia è la bellezza in movimento. [G.E. LESSING, “Lacoonte”]
MINACCIA – Ti torturerò le ossa, ti farò ruggire in modo tale che anche le belve tremeranno nelle loro tane. [WILLIAM SHAKESPEARE, “La tempesta”]
SEDENTARIETA’ – Nessuno sta talmente bene in salute da potersi permettere una vita sedentaria. [EUGENIO DEL TOMA]
SHERLOCK HOLMES - “Il suo vicino è un medico”, disse indicando con un cenno del capo la targa di ottone. “Sì, ha rilevato uno studio anche lui.” “Uno studio che esisteva da molto tempo?” “Da quando esisteva il mio. Entrambi sono stati aperti quando furono costruite le case.” “Ah! Allora lei ha scelto il migliore dei due.” “Credo di sì. Ma come lo sa?” “Dai gradini, ragazzo mio. I suoi sono molto più consumati di quelli del suo collega. [ARTHUR CONAN DOYLE, “L’impiegato dell’agenzia di cambio”]
COCKTAIL E TE’
GHIACCIO – Mescolando e shakerando avete raggiunto un duplice obiettivo: mescolare gli ingredienti e raffreddare il drink. [THOMAS COWAN (1992), “Guida internazionale alle varietà dei Cocktail”, Ed. Ulisse]
OCCASIONE – Verso le quattro del pomeriggio non c’è niente di più rinfrescante e rivitalizzante del tè, e io credo che questa abitudine dovrebbe essere qualcosa di diverso da una tazza preparata di corsa con una bustina. Quando il tempo ce lo concede, può invece trasformarsi in una piacevole occasione sociale, con il tocco di raffinatezza che le conferiscono una bella tovaglia ricamata, i tovaglioli, la porcellana fine e un vaso di fiori posto al centro del tavolo. [JANE PETTIGREW (1986), "Dolci e pasticcini per il tè", Ed. Muzzio]
ETIMOLOGIA
ASINO E CAVALLO:
- BARDOTTO [forse dall’arabo ‘barda’ (coprisella)] Animale prodotto dall'incrocio di un'asina con un cavallo.
- MULO [dal latino ‘mulu’] Animale prodotto dall'incrocio incrocio tra un asino e una cavalla.
FILOSOFIA DELLA SCIENZA
RAGIONE – E’ necessario dunque che la ragione si presenti alla natura avendo in una mano i princìpi, che soli possono dare ai fenomeni concordanti fra di loro autorità di legge, e nell’altra l’esperimento, che essa ha immaginato secondo questi princìpi, per venir istruita da lei; ma non in qualità di uno scolaro che stia a sentire tutto ciò che piaccia al maestro, anzi di giudice, che dal suo posto costringa i testimoni a rispondere alle domande che egli loro rivolge. [IMMANUEL KANT, “Critica della ragion pura”]
GALATEO
SBADIGLIO – Dee l’uomo costumato astenersi dal molto sbadigliare (…) perciocchè pare che venga da un cotal rincrescimento e da tedio, e che colui che così spesso sbadiglia amerebbe di essere più tosto in altra parte che quivi, e che la brigata ove egli è ed i ragionamenti ed i modi loro gli rincrescano. [DELLA CASA, “Galateo”]
LINGERIE
IMPICCAGIONE – Di un altro aspetto truculento della vita sociale del Medioevo possiamo accertare la mancanza, penosa, di un paio di mutande dal guardaroba femminile. Le cronache riferiscono che nel 901 una donna accusata di tradimento venne impiccata e quindi appesa con la testa in giù per vituperare il suo cadavere e disonorarla maggiormente: infatti gli abiti le erano ricaduti addosso lasciando scoperti i genitali. Le condanne a morte di donne mediante impiccagione venivano usualmente commutate in altre pene capitali per “il rispetto dell’onore femminile”, poiché i passanti sarebbero andati altrimenti a sbirciare sotto le loro gonne, una volta apprese al nodo scorsoio. L’alternativa non era esaltante considerato che le sventurate erano bruciate sul rogo, annegate in un sacco oppure sepolte vive. Questa “benevolenza” dei giudici durò sino al Cinquecento, tant’è vero che quando nel 1584 vennero impiccate a Norimberga “Maria dei tiratori” e “Catia dei contadini”, prostitute e ladre, un magistrato commentò che ciò non era mai avvenuto in precedenza. Dal secolo XVI restò l’impiccagione e mutarono i costumi: infatti le donne venivano appese in pantaloni o con le gonne lunghe legate in fondo. Ad Amsterdam, nel 1535, quando i battisti venivano condannati all’impiccagione, si aveva cura di cucire sul fondo gli abiti delle donne. In seguito, nel secolo XVII, si preferiva invece far infilare una sorta di calzoni alle condannate. Dagli atti legali inglesi si è appreso che alcune donne, prima di salire sul patibolo, pregavano il boia di non appenderle molto in alto affinché la folla non potesse guardare sotto le gonne. (…) L’infelice regina Maria Stuarda, quando si inginocchiò davanti al ceppo per essere decapitata, portava mutande, candide di fustagno. [LUCIANO SPADANUDA (1997), “Storia delle mutande”, Ed. Castelvecchi]
MALAPROPISMI
180° - Un’inversione di marcia a 360°
EUSTACHIO - Ahi, non ci sento! Credo di avere una tromba di “pistacchio” otturata.
LAMPIONI - Quanto è buio, dovrebbero mettere un po' più di “lamponi” da queste parti. [ANONIMI]
CONDIZIONATORI – Fa troppo caldo. – Domani accendo i “condizionale”. [raccolto da GLORIA COPPA]
IATALE - Sa dottore, ho un’ernia “letale”.
GESTAZIONE - Da quando si è accorta di essere ipertesa? – Sa, da quando ero in “gestione”. [raccolti da GIOVANNI CARELLA]
NAPOLETANISTICA E OTTIMISMO
NOTTE - Ha da passa’ ‘a nuttata. [EDUARDO DE FILIPPO, “Napoli milionaria”]
PSICOLOGIA
CAMALEONTE – La tecnica del camaleonte – o di Zelig se preferite – è una delle strategie che usano i persuasori di professione per convincere i loro interlocutori. Si crea una sorta di specchio che, con un ritardo di due-quattro secondi, riflette gli atteggiamenti dell’interlocutore. Questa tecnica è descritta nei manuali dei venditori e si basa sull’imitazione degli atteggiamenti di chi si ha di fronte e si vuole convincere. Tono di voce, posture, pause, ritmo della respirazione, ammiccare degli occhi, cenni di assenso, piccoli movimenti della testa e altre modalità espressive fisiche vengono imitate allo scopo di creare un clima favorevole. L’interlocutore è indotto ad affidarsi a colui che crea questa atmosfera rassicurante, familiare e, in ultima analisi,funzionale. Non è più una questione di razionalità e di valutazione ma di imitazione e identificazione. [ANNA OLIVERIO FERRARIS (2008) su “Psicologia contemporanea”]
Vito Coppa
ANNO XI - NUMERO 127 – LUGLIO 2009
2 GIUGNO - Il 2 giugno è la Festa della Repubblica Italiana, perchè il 2 giugno 1946 si svolse il Referendum per scegliere tra Monarchia e Repubblica.
BLA-BLA-BLA – Quello del bla-bla-bla non è un vizio soltanto della classe politica. E’ un vizio di tutti gl’italiani. In qualunque luogo, circostanza e ambiente sociale il brodo della nostra lingua è sempre allungato. Per dire una cosa, noi impieghiamo il doppio di parole di un inglese o di un francese (…) Noi potremmo esprimerci in maniera molto più asciutta, come del resto facevano gli scrittori del Cinquecento, Machiavelli, Guicciardini e così via, solo che ci decidessimo a dire quel che pensiamo. Ma il fatto è che noi italiani, e i politici in particolare modo, non parliamo e non scriviamo per dire ciò che pensiamo, ma per nasconderlo, o almeno per ovattarlo, in modo da poter essere pronti, all’occorrenza, a dimostrare che non volevamo dire ciò che gli altri hanno creduto di comprendere, ma una cosa diversa, e talvolta opposta. [INDRO MONTANELLI (1981) su “Oggi”]
GRAZIA – La grazia è la bellezza in movimento. [G.E. LESSING, “Laocoonte”]
MINACCIA – Ti torturerò le ossa, ti farò ruggire in modo tale che anche le belve tremeranno nelle loro tane. [WILLIAM SHAKESPEARE, “La tempesta”]
SEDENTARIETA’ – Nessuno sta talmente bene in salute da potersi permettere una vita sedentaria. [EUGENIO DEL TOMA]
SHERLOCK HOLMES - “Il suo vicino è un medico”, disse indicando con un cenno del capo la targa di ottone. “Sì, ha rilevato uno studio anche lui.” “Uno studio che esisteva da molto tempo?” “Da quando esisteva il mio. Entrambi sono stati aperti quando furono costruite le case.” “Ah! Allora lei ha scelto il migliore dei due.” “Credo di sì. Ma come lo sa?” “Dai gradini, ragazzo mio. I suoi sono molto più consumati di quelli del suo collega. [ARTHUR CONAN DOYLE, “L’impiegato dell’agenzia di cambio”]
GHIACCIO – Mescolando e shakerando avete raggiunto un duplice obiettivo: mescolare gli ingredienti e raffreddare il drink. [THOMAS COWAN (1992), “Guida internazionale alle varietà dei Cocktail”, Ed. Ulisse]
OCCASIONE – Verso le quattro del pomeriggio non c’è niente di più rinfrescante e rivitalizzante del tè, e io credo che questa abitudine dovrebbe essere qualcosa di diverso da una tazza preparata di corsa con una bustina. Quando il tempo ce lo concede, può invece trasformarsi in una piacevole occasione sociale, con il tocco di raffinatezza che le conferiscono una bella tovaglia ricamata, i tovaglioli, la porcellana fine e un vaso di fiori posto al centro del tavolo. [JANE PETTIGREW (1986), "Dolci e pasticcini per il tè", Ed. Muzzio]
ASINO E CAVALLO:
- BARDOTTO [forse dall’arabo ‘barda’ (coprisella)] Animale prodotto dall'incrocio di un'asina con un cavallo.
- MULO [dal latino ‘mulu’] Animale prodotto dall'incrocio incrocio tra un asino e una cavalla.
RAGIONE – E’ necessario dunque che la ragione si presenti alla natura avendo in una mano i princìpi, che soli possono dare ai fenomeni concordanti fra di loro autorità di legge, e nell’altra l’esperimento, che essa ha immaginato secondo questi princìpi, per venir istruita da lei; ma non in qualità di uno scolaro che stia a sentire tutto ciò che piaccia al maestro, anzi di giudice, che dal suo posto costringa i testimoni a rispondere alle domande che egli loro rivolge. [IMMANUEL KANT, “Critica della ragion pura”]
SBADIGLIO – Dee l’uomo costumato astenersi dal molto sbadigliare (…) perciocchè pare che venga da un cotal rincrescimento e da tedio, e che colui che così spesso sbadiglia amerebbe di essere più tosto in altra parte che quivi, e che la brigata ove egli è ed i ragionamenti ed i modi loro gli rincrescano. [DELLA CASA, “Galateo”]
IMPICCAGIONE – Di un altro aspetto truculento della vita sociale del Medioevo possiamo accertare la mancanza, penosa, di un paio di mutande dal guardaroba femminile. Le cronache riferiscono che nel 901 una donna accusata di tradimento venne impiccata e quindi appesa con la testa in giù per vituperare il suo cadavere e disonorarla maggiormente: infatti gli abiti le erano ricaduti addosso lasciando scoperti i genitali. Le condanne a morte di donne mediante impiccagione venivano usualmente commutate in altre pene capitali per “il rispetto dell’onore femminile”, poiché i passanti sarebbero andati altrimenti a sbirciare sotto le loro gonne, una volta apprese al nodo scorsoio. L’alternativa non era esaltante considerato che le sventurate erano bruciate sul rogo, annegate in un sacco oppure sepolte vive. Questa “benevolenza” dei giudici durò sino al Cinquecento, tant’è vero che quando nel 1584 vennero impiccate a Norimberga “Maria dei tiratori” e “Catia dei contadini”, prostitute e ladre, un magistrato commentò che ciò non era mai avvenuto in precedenza. Dal secolo XVI restò l’impiccagione e mutarono i costumi: infatti le donne venivano appese in pantaloni o con le gonne lunghe legate in fondo. Ad Amsterdam, nel 1535, quando i battisti venivano condannati all’impiccagione, si aveva cura di cucire sul fondo gli abiti delle donne. In seguito, nel secolo XVII, si preferiva invece far infilare una sorta di calzoni alle condannate. Dagli atti legali inglesi si è appreso che alcune donne, prima di salire sul patibolo, pregavano il boia di non appenderle molto in alto affinché la folla non potesse guardare sotto le gonne. (…) L’infelice regina Maria Stuarda, quando si inginocchiò davanti al ceppo per essere decapitata, portava mutande, candide di fustagno. [LUCIANO SPADANUDA (1997), “Storia delle mutande”, Ed. Castelvecchi]
180° - Un’inversione di marcia a 360°
EUSTACHIO - Ahi, non ci sento! Credo di avere una tromba di “pistacchio” otturata.
LAMPIONI - Quanto è buio, dovrebbero mettere un po' più di “lamponi” da queste parti. [ANONIMI]
CONDIZIONATORI – Fa troppo caldo. – Domani accendo i “condizionale”. [raccolto da GLORIA COPPA]
IATALE - Sa dottore, ho un’ernia “letale”.
GESTAZIONE - Da quando si è accorta di essere ipertesa? – Sa, da quando ero in “gestione”. [raccolti da GIOVANNI CARELLA]
NOTTE - Ha da passa’ ‘a nuttata. [EDUARDO DE FILIPPO, “Napoli milionaria”]
CAMALEONTE – La tecnica del camaleonte – o di Zelig se preferite – è una delle strategie che usano i persuasori di professione per convincere i loro interlocutori. Si crea una sorta di specchio che, con un ritardo di due-quattro secondi, riflette gli atteggiamenti dell’interlocutore. Questa tecnica è descritta nei manuali dei venditori e si basa sull’imitazione degli atteggiamenti di chi si ha di fronte e si vuole convincere. Tono di voce, posture, pause, ritmo della respirazione, ammiccare degli occhi, cenni di assenso, piccoli movimenti della testa e altre modalità espressive fisiche vengono imitate allo scopo di creare un clima favorevole. L’interlocutore è indotto ad affidarsi a colui che crea questa atmosfera rassicurante, familiare e, in ultima analisi,funzionale. Non è più una questione di razionalità e di valutazione ma di imitazione e identificazione. [ANNA OLIVERIO FERRARIS (2008) su “Psicologia contemporanea”]