ANNO X - NUMERO 118 - OTTOBRE 2008


ANTENATI - Immaginiamo di tornare indietro nel tempo fino all’Europa degli anni 1780. Troveremmo tutto strano, tutto diverso, sia gli oggetti di uso quotidiano sia il modo di vivere. Ovviamente non c’erano bombe atomiche, televisori, radio, aeroplani, automobili, telefoni, ferrovie, e quelle centinaia di invenzioni e servizi vari che oggi sono indispensabili. Gli uomini di quell’epoca ci apparirebbero quasi come appartenenti a una razza straniera; erano diversi da noi anche fisicamente: erano di statura più bassa, più massicci, molto resistenti (non esisteva l’anestesia per le operazioni chirurgiche; sedativi e narcotici erano quasi sconosciuti; la gente era abituata alle sofferenze fisiche e a vedere soffrire gli altri). Anche i ricchi, pur nel loro lusso, vivevano in condizioni che noi giudicheremmo insopportabili. La maggior parte della popolazione mangiava cibi scadenti che offrivano poca varietà. L’igiene era rudimentale; i nostri antenati erano affetti da moltissime malattie infettive tanto che circa un quarto della popolazione portava i segni del vaiolo. Non esistevano impianti idraulici domestici; la sporcizia si accumulava dappertutto e la gente non faceva caso ai cattivi odori. (…) Il modo di vivere di allora ci sembrerebbe noioso in maniera quasi insopportabile.  (…) La stragrande maggioranza della popolazione viveva in campagna dove ancora si aggiravano liberamente lupi e altri animali feroci. (…) Avevano molte idee, molte superstizioni, molti pregiudizi che ci sembrerebbero assurdi. [HENRI ELLENBERGER (1970), “La scoperta dell’inconscio”]
 
MISERIA – L’abbondanza e la pace generano i codardi.; la miseria è sempre madre dell’ardimento. [WILLIAM SHAKESPEARE, “Cimbellino”]

SHERLOCK HOLMES - “Ma la moglie – lei ha detto che ha smesso di amarlo.”  “Questo cappello non è stato spazzolato da settimane. Caro Watson, il giorno in cui la vedrò con la polvere di una settimana sul cappello, e in cui sua moglie la lascerà uscire in quello stato, dovrò pensare che anche lei abbia avuto la sfortuna di perdere l’affetto di sua moglie. [ARTHUR CONAN DOYLE, “L’avventura del carbonchio azzurro”] 

TELEVISIONE – Grazie alla televisione, bellissime donne nude entrano nelle case dei poveri. [DINO RISI, “I miei mostri” (2004)]


FLOAT – Riempite semplicemente un bicchiere da liquore per tre quarti con il liquore preferito dal vostro ospite e poi versatevi sopra della panna, che galleggerà. [THOMAS COWAN (1992), “Guida internazionale alle varietà dei Cocktail”, Ed. Ulisse]

LEPPET–SO – Il tè non è soltanto una bevanda. In Birmania, in Tailandia e in Cina, le foglie di tè vengono messe sottaceto e mangiate come verdure: è un piatto chiamato leppet-so. [ISHA MELLOR (1985), "Il piccolo libro del tè", Ed. Siad]


MECENATE – Gaio Cilnio Mecenate proteggeva i poeti Virgilio e Orazio ed era intimo amico e consigliere dell’imperatore romano Augusto. Dal nome proprio al nome comune, “mecenate” è chi aiuta finanziariamente letterati e artisti in genere.

 
PERELMAN – Bene ha fatto Perelman con la congettura di Poincarè: dopo averla risolta l’ha diffusa su Internet, senza incassare il milione di dollari. Del resto, non ha nemmeno ritirato la medaglia Fields e gli basta la pensione di professore. Vive in un appartamentino popolare di San Pietroburgo con la madre. [ALEKSANDR SHTERN (2008) sul “Corriere della Sera]


PERE, MELE E PESCHE – Le pere e le mele si tagliano in quarti con forchetta e coltello. Poi con la forchetta nella sinistra si infilza un quarto, lo si solleva dal piatto e lo si sbuccia col coltello tenuto dalla destra. Lo si ridepone sul piatto e se ne tagliano man mano i pezzetti da portare alla bocca. Le pesche si sbucciano appoggiate sul piatto e non solevate dalla forchetta. In genere si tagliano in due. Certe qualità si prestano a essere sbucciate anche intere. [FRICHI ARBORIO MELLA (1968), “Il nuovo Galateo”, Ed. Sansoni]

LINGERIE 

 Dal punto di vista tecnico, il reggiseno ha una struttura estremamente complessa ottenuta assemblando più di trenta pezzi secondo precise regole di ingegneria. Il primo capo cha le caratteristiche del reggiseno odierno fa la sua comparsa negli Stati Uniti nel 1914, quando Caresse Crosby brevetta un modello formato da due fazzoletti e un sottile nastro. Da allora è cominciata una storia lunga e varia, con le sue punte di follia, fra cui il “carioca”, due ferretti che sorreggono il seno lasciandolo nudo. Ultimamente, dopo il trionfo del ‘push up’ e dei reggiseni strutturati, si stanno diffondendo i modelli “discreti”: alla volontà di enfatizzare i volume del seno si affianca la naturalezza che, come diceva Oscar Wilde, “è la migliore delle pose”. [GIORGIO CONVERSI - SUSANNA ZUCCHI PIRAS (1997), “Intimo”, Ed. Idealibri]

 Quando è steso ad asciugare, il reggiseno sembra un accessorio frivolo, ma in realtà è un prodotto industriale di grande precisione. Per realizzarlo, bisogna assemblare una ventina di pezzi diversi, di tulle, maglia o pizzo, di cui alcuni piccolissimi. La prima tappa consiste in un incredibile mosaico disegnato dai produttori perché, al momento del taglio, i chilometri di tessuto utilizzati in laboratorio siano usati nel modo più corretto: Poi avviene l’assemblaggio che per un modello mediamente sofisiticato, richiede trenta operazioni e l’intervento di trenta operaie. Le impunture devono essere eseguite con estrema precisione, al millimetro, così come l’annodatura finale delle cuciture e l’imbastitura … ognuna delle operaie dispone solo di pochi secondi per intervenire in questo lavoro fatto di “briciole”. Il reggiseno è il capo di abbigliamento più complesso che ci sia, al punto che i i robot automatizzati usati per altre confezioni sono incapaci di maneggiarlo. [BEATRICE FONTANEL (1997), "Busti e reggiseni", Ed. Idealibri]


LOGOPEDISTA - Il bambino non parla: bisogna portarlo da un “logo pedofilo”.  [ANONIMI]


‘NGRAZI’ ‘E DDIO -  Con la perifrasi ‘ ‘ngrazi’ ‘e Ddio’, poi, non s’intende fare riferimento allo stato di chi sta confessato e comunicato, bensì a una più laica situazione d’assenza di preoccupazioni. [SERGIO ZAZZERA, “Filastrocche napoletane … e altro]


LONGEVITA’ - Prove empiriche indicano che gli ottimisti vivono più a lungo dei pessimisti. [MARTIN SELIGMAN (1990), "Imparare l'Ottimismo", Ed. Giunti]


RICCHEZZA – La ricchezza, che indubbiamente porta con sé una maggior numero di beni materiali, ha una correlazione sorprendentemente bassa con il livello di felicità. I ricchi sono, in media, solo lievemente più felici dei poveri. Nelle nazioni ricche il reddito è cresciuto in maniera eclatante negli ultimi cinquant’anni, ma il livello di soddisfazione esistenziale si è mantenuto costante. (…) Nei paesi molto poveri, in cui la miseria minaccia la stessa sopravvivenza, a una maggior ricchezza corrisponde una maggior felicità. Nei paesi ricchi, invece, dove quasi tutti hanno un reddito soddisfacente, invece, una maggior ricchezza ha effetti trascurabili sulla felicità personale. [MARTIN SELIGMAN (2002), "La costruzione della felicità", Ed. Sperling]