ANNO VI - NUMERO 64 – APRILE 2004
AFFARE – Dicono che quando i santi Celso e Nazario vennero a Genova che era ancora pagana, per convertirla, andarono in Piazza de’ Banchi a predicare, ma nessuno dava loro retta se non per sbeffeggiarli. Allora qualcuno li ammonì che perdevano il fiato e non sarebbero riusciti a convertire un solo Genovese se non lo persuadevano che diventato Cristiano faceva un buon affare; perciò i due santi chiamarono gente dicendo che avevano un eccelente affare da proporre loro: “Udite, la nostra religione promette: date uno e vi sarà reso cento, e per giunta avrete il Regno dei Cieli” – “Come, come, il cento per uno e il Regno dei Cieli per giunta? Ma è un affarone” e tutti si convertirono. [da: MORANDO, “Aneddoti genovesi”]
AUTOMOBILISTI – “Sono passato col rosso è vero, ma era quasi verde o al massimo tendente al giallo” - “Lo so che mi ha visto col cellulare in mano mentre ero alla guida, ma le giuro che non stavo parlando: ascoltavo e basta!” – “Ho frenato per fermarmi allo stop, ma l’auto è andata avanti lo stesso”; “Non ho messo la cintura di sicurezza perché ho mangiato troppo”; “Andavo più forte del normale per far entrare più aria fresca”. [BARBARA BONANNI, “Lo scusario (dell’automobilista)”]
BACI - Quando apparvero, nel 1922, i “baci” Perugina si chiamavano “cazzotti” perchè ricordavano la forma di un pugno chiuso. Li aveva inventati l’imprenditrice Luisa Spagnoli per recuperare le briciole di nocciole, residuo di altre lavorazioni. Giovanni Buitoni, figlio di uno dei quattro fondatori dell’azienda, diede loro il nome attuale per richiamare l’idea di dolcezza. Federico Seneca, detto il “cartellonista misterioso”(per i suoi disegni pubblicitari stilizzati), ebbe l’idea dei cartigli, i bigliettini con frasi più o meno celebri contenuti in ogni cioccolatino. [da: M. SEVESO E GRANDI & ASSOCIATI, “L’arte del cioccolato”]
BIGOTTI – Nel Medioevo la divisione era netta tra analfabeti e bigotti. E anche quelli più illuminati appartenevano a quest’ultima categoria. [LUCIANO DE CRESCENZO, “Storia della filosofia medioevale”]
UOVO DI PASQUA - Per colorare le uova sode, se si vuole farle gialle basta cuocerle con lo zafferano, se si vogliono verdi con gli spinaci e rosse con le barbabietole. L’uovo colorato è considerato simbolo di fecondità e fortuna. Già da millenni veniva scelto come dono simbolico da offrire a parenti e amici. L’origine di questa credenza risale alla nascita dell’imperatore romano Marco Aurelio. Si racconta che quel giorno una gallina dei pollai di corte avesse deposto uno splendido uovo rosso. Il fenomeno venne considerato di buon auspicio, e da allora il popolo romano cominciò a tingere con la porpora e l’oro le uova per donarle ai conoscenti in segno augurale. [GAETANO AFELTRA (2003) sul “Corriere della sera”]
ACQUAVITE D’UVA – Da non confondere con la grappa sono le cosiddette “acquaviti d’uva”, distillati ricavati non dalla buccia ma direttamente dal succo d’uva spremuto fresco. [LUCIANO IMBRIANI (1995), “E’ l’ora del cocktail”, Ed. De Agostini ]
COLORE - Una delle vostre calze di nylon è irrimediabilmente smagliata e quella sana non si accorda con nessun’altra? Niente paura, preparatevi un tè. Metterete poi a bagno tutte le vostre calze spaiate in quello che vi avanzerà, rimuovendole di tanto in tanto. Una volta ben asciugate, avranno tutte assunto la medesima piacevole sfumatura ambrata. [Autori vari (1989), “Sapevate che il tè da secoli raffinata cerimonia presso quasi tutti i popoli orientali è, dopo l’acqua, la bevanda più consumata nel mondo?”, Ed. Mondadori]
ETIMOLOGIA - Non si conosce esattamente l’etimologia della parola “etimologia”. [Vito Coppa (2004)]
ERRORI – Chi parta da false premesse s’imbatterà, prima o poi, in conseguenze che appariranno erronee. [GIOVANNI KEPLERO, “Mysterium Cosmograficum”]
CORRERE – Non dee l’uomo nobile correre per via, nè troppo affrettarsi, chè ciò conviene a palafreniere e non a gentiluomo, senza che l’uomo s’affanna e suda e ansa: le quali cose sono disdicevoli a così fatte persone. [GIOVANNI DELLA CASA (1558), “Galateo”, Ed. Garzanti]
360° - Bisogna avere una visione a "365" gradi.
CONCISO – Mi fa piacere che sei stato "circonciso". [raccolti da PINO MAIELLO]
GRATTARE – Non ti "grattugiare" in testa. [raccolto da VITO COPPA]
ICTUS – Gli è venuto il "ficus" in testa. [raccolto da PATRIZIA RICCIO]
FIGLIA - Chi bona razza vo’ fa’ cu’ ‘a femmena adda accumincià.
TARANTELLUCCIA
Cu 'ammore, é facile
tutt' 'o ddifficile...
Si ha da succedere,
succedarrá!
[Versi di ERNESTO MUROLO - Musica di RODOLFO FALVO (1907)]
- Confronta: “Nihil difficile amanti puto” - Ritengo che nulla sia difficile per chi ama. - [CICERONE, “Orator”]
COMUNICAZIONE - L’uomo che guarda fisso davanti a sé mentre fa colazione in una tavola calda affollata, o il passeggero d’aereo che siede con gli occhi chiusi, stanno entrambi comunicando che non vogliono parlare con nessuno né vogliono che si rivolga loro la parola, e i vicini di solito ‘afferrano il messaggio’ rispondono in modo adeguato lasciandoli in pace. Questo, ovviamente, è proprio uno scambio di comunicazione nella stessa misura in cui lo è una discussione animata. [PAUL WATZLAWICK – JANET BEAVIN – DON JACKSON (1967). “Pragmatica della comunicazione umana”]