ANNO V - NUMERO 51 - MARZO 2003
BATTUTA - Il successo di una battuta dipende dall'orecchio di chi ascolta, non dalla lingua di chi la dice. [WILLIAM SHAKESPEARE (1595 circa), "Pene d’amor perdute"]
CORREZIONE DEL TIRO – Ogni attività umana è basata sul feedback. (GENNARO CACCAVIELLO)
ENNIO FLAIANO:
- Cosa fareste se scopriste che l'amante di vostra moglie la tradisce con un'altra?
- In Italia di fascismo ce ne sono stati due: il fascismo e l’antifascismo.
- Gli <altri> sono, bene o male, la prova che noi stiamo vivendo. Non sottovalutarli.
- Gli italiani sono sempre pronti a correre in soccorso dei vincitori.
- In amore bisogna essere senza scrupoli, non rispettare nessuno. All'occorrenza essere capaci di andare a letto con la propria moglie.
- L’Italia è una collezione di casi unici.
- L'uomo molto ricco deve parlare sempre di poesia o di musica ed esprimere pensieri elevati, cercando di mettere a disagio le persone che vorrebbero ammirarlo per la sua ricchezza soltanto.
- Nelle mie storie d'amore una volta il rimorso veniva dopo, adesso mi precede.
- Poche idee, ma confuse.
- Ricordati che la felicità consiste nel desiderare quello che si ha.
- Uccide la suocera scambiandola per la moglie.
INNO NAZIONALE - "Son giunchi che piegano / le spade vendute" – Sono le truppe mercenarie (spade vendute) deboli come giunchi.
PASTA E ZUCCA – Ingredienti: 300 g di tubetti, 2 spicchi d’aglio, peperoncino piccante, 800 g di zucca gialla, prezzemolo, olio d’oliva, sale – Preparazione: Fate soffriggere nell’olio gli spicchi d’aglio e il peperoncino, aggiungete la zucca sbucciata, lavata e tagliata a dadini. Fate insaporire, poi togliete l’aglio, bagnate con qualche mestolino d’acqua, salate, coprite e fate cuocere a tegame coperto a fuoco lento fino a quando la zucca non sarà disfatta. Portate a metà cottura la pasta, unitela alla zucca con un poco della sua acqua e finite di cuocere. Poco prima di toglierla dal fuoco aggiungete abbondante prezzemolo tritato. [MARIA GIOVANNA FASULO RAK (1995), "La cucina napoletana"].
PRIVILEGI - I privilegi sono vantaggi concessi ad alcuni uomini sugli altri. I privilegi sono ingiustizie fatte alla moltitudine di cittadini in favore di pochi. (Dall'Enciclopedia, 1751 – 1772, segnalata da Marib)
[AUTORI VARI (1989), "Sapevate che il tè, da secoli raffinata cerimonia presso quasi tutti i popoli orientali è, dopo l’acqua, la bevanda più consumata nel mondo?", Ed. Mondadori]
DISTRIBUZIONE - Quando si servono più dosi di cocktail si verserà a turno nei bicchieri allineati, riempendoli prima per metà e poi ricominciando per ottenere una distribuzione uguale e uniforme.
GALATEO
MANCIA - Nel Tre e nel Quattrocento (…) la manica, anzi era un particolare così indipendente dal resto del vestito, che questo poteva ornarsi oggi di un paio di maniche, domani di un altro. Da questo fatto, anzi, sembra sia derivato il detto "è un altro paio di maniche", per indicar cosa che non abbia alcuna relazione con cosa detta prima. (…) le belle dame crearono quest’uso singolare: regalavano, durante i tornei, al cavaliere del cuore o particolarmente ammirato, una delle maniche del proprio vestito, scelta fra le più belle, come pegno d’amore e augurio di vittoria. E il cavaliere così favorito se la legava alla spalla, sull’acciaio della corazza, sì che nei torneamenti, nelle cariche, nei volteggi, essa garriva al vento come una barriera. Queste maniche si chiamarono "manches honorables", "maniche d’onore". Ora avvenne che il termine francese "manche", trasferitosi in Italia con gli eserciti e con tutto l’apparato coreografico che li accompagnava e tradotto a orecchio in "mancia", venne presto a significare genericamente "regalo, "dono"; e pazienza si fosse fermato lì; chè presto cominciò a scivolare in basso, fino a diventare un dono sì, ma di categoria terra terra, un regaletto da nulla, in denaro, dato per cortesia, per generosità a persona che ci ha prestato un servizio. [ALDO GABRIELLI (1977), "Nella foresta del vocabolario"]
REGGICALZE - Non è tanto la donna che indossa il reggicalze quanto piuttosto il reggicalze che indossa la donna. [GIOVANNI BOTTIROLI (1995), "Il reggicalze. Come l'abbigliamento diventò seduzione", Ed. Gribaudo]
AMADEUS - "Amadus"
ANESTESIA - Mi deve fare l’ "anastasia".
CHEROSENE – Per risparmiare ha la stufa a "carosello".
IMPICCIATI - "Impiccati" degli affari tuoi.
MATASSA - Vedi tu di sbrogliare la "materassa".
OVO - Castel dell’ "oca"
POP CORN - Compra una scatola di "Pepp" corn.
YOGURT YOMO - Vuole lo "gnomo". [raccolti da VITO COPPA]
CISTIFELLEA - Le fu asportata la "cistifelica".
ELETTROENCEFALOGRAMMA - Dottò, gli fecero l' "elettrofangellogramma".
KINDER PINGUI’ - Dottore, il bambino si è mangiato un "pinguino" intero e non ha fame. [raccolti da GIAN-PIETRO GUGLIELMOTTI]
GENETICA – E’ una caratteristica "genitale". [raccolto da DOROSI]
GONDOLA - Hai visto la "ghiondola"? [ANONIMO]
PANGEA - Una volta tutte le terre formavano una sola isola, la "pancetta". [raccolto da DOMENICO ANNUNZIATA]
UNCINETTO – Cerca il "cuginetto" sul termosifone. [raccolto da NUNZIA LEMMA]
‘A GALLETTA ‘E CASTIELLAMMARE - E’ l’avaro. <A bordo dei velieri, il pane dei marinai era costituito dalle gallette, biscotti secchi "a lunga conservazione", prodotti a Castellammare di Stabia, che venivano ammorbiditi mediante una lunga permanenza nell’acqua (marina, non ancora inquinata, poiché l’impasto era insipido)> [SERGIO ZAZZERA (1999), "Modi di dire napoletani"]
TORNA A SURRIENTO - Nel 1902, il capo del governo italiano Giuseppe Zanardelli, diretto in Basilicata, si fermò a Sorrento. Guglielmo Tramontano, proprietario dell’albergo in cui alloggiava e anche Sindaco, gli prospettò l’esigenza di avere un ufficio postale a Sorrento. Perché non se lo dimenticasse, i fratelli Gianbattista ed Ernesto De Curtis approntarono in poche ore la canzone "Torna a Surriento". Non era una canzone d’amore, ma un canto d’occasione con riferimenti al desiderato ufficio. Sorrento ebbe l’ufficio delle Poste e Gianbattista De Curtis rivestì di versi nuovi la musica, in occasione della festa di Piedigrotta.
CAMBIO DEL TEMPO DEL VERBO - Se volgiamo l’attenzione al nostro passato personale prossimo o remoto, possiamo considerare, con rimpianto, i nostri progetti irrealizzati, i nostri insuccessi e i nostri fallimenti: deprimendoci, mettendoci in crisi e bloccandoci. Proviamo a far questo: pensiamo alle stesse cose, ma nel futuro, come progetto di farle (diciamole a noi stessi e agli altri, sostituendo la coniugazione del verbo del passato prossimo o del passato remoto, con il futuro semplice). Magia: non c’è più fallimento, ma progetto, attesa di fare e gioia di vivere. [VITO COPPA (2003)]
ESPERIENZA - <L’esperienza è per me la maggior autorità>. La pietra di paragone della validità è la mia esperienza personale. Le idee di nessun altro, e nemmeno le mie, hanno tanta autorità quanto la mia esperienza. E’ all’esperienza che debbo volgermi ripetutamente per scoprire man mano la verità che sta progressivamente maturando in me. Né la Bibbia, né i profeti, né Freud, né le ricerche, né le rivelazioni di Dio, né quelle dell’uomo possono essere messe prima della mia esperienza diretta. [CARL ROGERS (1961), "La terapia centrata sul cliente"]