ANNO XV - NUMERO 178 - OTTOBRE 2013
FELICITA' E RAGIONE - Non avrei voluto esser felice a costo di essere imbecille. […] Non trovai nessuno che accettasse di diventare imbecille per essere contento. Conclusi quindi che, se la felicità ci sta a cuore, ancor di più ci preme la ragione. [VOLTAIRE (1761), “Storia di un buon bramino”]
ILLUMINISMO - Nel suo celebre articolo Che cos’è l’illuminismo? Pubblicato nel 1784, Immanuel Kant raccomandava di avere il coraggio di servirsi della propria testa (sapere aude). Ma l’Illuminismo - sia quello nella versione razionalista francese, che ha prodotto il giacobinismo e il Terrore, sia quello nella versione empirica scozzese, progenitrice del liberalismo - da noi, non risulta pervenuto. Ce lo siamo perso. [PIERO OSTELLINO (2013) sul “Corriere della Sera”]
SHERLOCK HOLMES - Sarebbe difficile trovare un oggetto che offra indicazioni più di un paio di occhiali, specialmente occhiali insoliti come questi. Che appartengono a una donna lo deduco dalla loro delicatezza […]. In quanto all'essere una persona raffinata e ben vestita, noterà che gli occhiali hanno la montatura d'oro massiccio ed è inconcepibile che una donna che porta occhiali del genere possa poi essere trasandata sotto altri aspetti. [ARTHUR CONAN DOYLE (1905), “L'avventura degli occhialini d'oro”]
SOGNO
- Il porco sogna le ghiande, l'oca il granoturco. [(PROVERBIO UNGHERESE)]
- Che cosa sogna il pollo? Il miglio. [(PROVERBIO EBREO)]
STUDIO - Dove non c'è piacere non cresce alcun profitto; studiate, in breve, ciò che più vi piace. [WILLIAM SHAKESPEARE (1593), “La bisbetica domata”]
VINO ROSSO - Vino il cui colore rosso deriva dal pigmento presente nelle bucce dell’uva. Durante il processo di fermentazione, le bucce fatte macerare nel mosto cedono i loro pigmenti coloranti. (vinificazione in rosso) [Graham EDWARDS - Sue EDWARDS (1988), “Drink. Vini, liquori, cocktail e bevande di tutto il mondo”, Ed. Pan]
TE' - Il tè non ha nulla dell'arroganza del vino, dell'individualismo del caffè o della affettata innocenza del cacao. [OKAKURA KAKUZO (1906), “Il libro del tè”; Ed. Sugarco]
CAPRO ESPIATORIO - Il capro espiatorio era una capra, qualche volta anche un’altra bestia, che veniva allontanata nella natura selvaggia, come parte delle cerimonie ebraiche dello Yom Kippur, il Giorno dell'Espiazione, all'epoca del Tempio di Gerusalemme: il capro era caricato dal sommo sacerdote di tutti i peccati del popolo e poi mandato via nel deserto (Lev. 16, 8-10; 26). L’animale, anche detto capro emissario, era simbolicamente capace di accogliere sopra di sé i mali e le colpe della comunità, la quale per questo processo di trasferimento ne viene liberata. Questa trasmissione del male era conosciuta anche dagli Assiri, dai Babilonesi e dai Greci. Nell’antica Roma, quando si commetteva un omicidio, la famiglia della vittima aveva prerogativa di uccidere l’assassino; tuttavia, le XII Tavole prescrivevano che, in caso di omicidio involontario, l’autore del fatto doveva consegnare un ariete alla famiglia dell’ucciso, che veniva sacrificato al posto del colpevole. Nella teologia cristiana, la storia del capro espiatorio del Levitico viene interpretata come una prefigurazione simbolica del sacrificio di Gesù, che si addossa i peccati dell'Umanità, essendo stato scacciato dalla città per ordine dei sacerdoti. In senso figurato, un capro espiatorio rappresenta qualcuno che viene selezionato arbitrariamente per portare la colpa di una calamità. La ricerca del capro espiatorio è l’atto irrazionale di ritenere una persona oppure un gruppo di persone responsabile di una moltitudine di problemi. La ricerca del capro espiatorio è un importante strumento della propaganda: ad esempio, gli Ebrei vennero individuati dalla propaganda nazista come fonte del collasso politico e dei problemi economici della Germania. [LUIGI VEROLINO (2013), Comunicazione personale]
ERRORI - Gli errori sono le istruzioni più preziose. [VITO COPPA (2013)]
ABITO - 'L'abito deve corrispondere allo stato economico': quindi sì l'eccedente e sì la meschina spesa merita censura. [MELCHIOR GIOJA (1832), “Nuovo Galateo”. Ed. Stefanoni]
QUATTROCENTO - Nel 1400 (…) le scarne notizie sugli indumenti intimi fanno comunque riferimento esclusivamente al costume maschile. E le donne? A parte la camicia - quando l’avevano - esse non indossavano alcun capo sotto le gonne che proteggesse le loro parti intime. [LUCIANO SPADANUDA (1997), “Storia delle mutande”, Ed. Castelvecchi]
BOXER - Non uso gli slip, ma i “box”.
DOLOSO - Un incendio doloroso!
GASTROSCOPIA - Ho conosciuto una persona che ha fatto la ”gastrofobia”! [ANONIMI]
EPISTOLE - Avete 'Le pistole' di Cicerone, per favore? [AA.VV. (2012), “Il barone rampicante e altre irresistibili storie da libreria”, Ed. Sperling & Kupfer]
ARTE DI ARRANGIARSI - E anche questa caratteristica la dobbiamo ai greci. In Grecia l’arte d’arrangiarsi aveva addirittura un Dio protettore: si chiamava Poro, ovvero “l’Espediente” o se preferite “l’arte d’arrangiarsi”, un Dio che veniva invocato dai poveri quando si trovavano in difficoltà. Ce ne parla Platone in uno dei suoi dialoghi più belli: il 'Simposio'. [LUCIANO DE CRESCENZO (1985), “Oi dialogoi. I dialoghi di Bellavista”]
SCONFITTI - La tendenza a contrarre il tifo e la dissenteria è di gran lunga più forte negli appartenenti a un'armata sconfitta che nei vincitori. [SIGMUND FREUD (1890), “Trattamento psichico (trattamento dell'anima)”, Ed. Boringhieri]