Dall’anatolica sponda
una colata d’argento,
spinta da un giovine vento,
flemmosa
s’allarga si stende si scioglie
nell’apponente plaga d’azzurro
sempre più intenso.
Nella sua inesorabile scia
l’ultimo scoglio travolge
e tenta
con l’avanzata linea del fronte
l’aurea costa dell’ignara cala
immersa ancora nel suo sonno di pace.
Ora si arresta sulla stretta battilia
all’esile barriera
dei ginepri
immobile fila.
Ora il mare è tutto uno specchio.
Anch’io vorrei essere immerso
in questa fiumana d’argento
come quel brunito scoglio
che appena emerge
sull’indistinta linea
tra il cielo e la terra.
Patmos 30 Luglio 2006