E’ un tuffo al cuore il colpo d’occhio nella piazzetta di Monastiraki.
Sopra la cupola della vecchia moschea si eleva allo sguardo il bastione della collina dalla cui vetta si stagliano in un cielo celestino le maestose e candide vestigia dell’acropoli.
Nel brulichio delle viuzze del quartiere, popolate di negozietti di mediterranea e solare allegria, ripieni di oggetti sciamanti dal chiuso della bottega fin nel mezzo della stradina, ti senti ripiombato indietro nei secoli, in un flaschback immediato, senza una soluzione di continuità temporale. Greco fra i Greci nell’agorà dell’età dello splendore di questa città, un po’ madre di tutti noi.
Ma un sentimento ancora più intimo, più personale che affonda stavolta non nella storia o nei libri, ma che emerge dai ricordi del mio vissuto personale mi assale facendomi rivivere le emozioni del mio primo incontro con Atene. Quando, più leggero negli anni, ma carico di progetti e di speranze, le emozioni della vista della città, enfatizzate per la passione e gli studi del suo passato, si mescolavano alle tensioni sentimentali che mi portavo dietro per le recenti lusinghe della seducente amica, rimasta a casa, e che preannunziavano l’inizio di un nuovo amore.
E come sono chiare, dal color pastello le immagini che ti ruotano intorno, grazie anche alla purezza di un cielo senza nuvole, così riaffiorano cristalline e vivide le sensazioni del mio passato.
Rivivo allora in questo scenario di immagini e di emozioni l’esuberanza e la forza giovanile che mi trascinano in una inaspettata ebbrezza nel pieno di un personale e rinato antropocentrismo.
Atene 29 agosto 2005