Egregi,
sono, purtroppo per me, un docente di ruolo di un Istituto secondario superiore con oltre 35 anni di servizio e sulla scia del tormentone circa l'uso dei telefoni cellulari a scuola noto con vivo compiacimento che nessuno - noti anchormen televisivi compresi - si preoccupa realmente di evitare che gli squallidi episodi avvenuti in classe e ripresi dai telefoni cellulari e poi diffusi in tutto il mondo sul web possano in futuro ripetersi, ma TUTTI si preoccupano, invece, di nascondere siffatti episodi, cioè, in altre parole, di evitare che tali fatti possano essere ripresi e di nuovo diffusi sul web; insomma una sorta di censura sulle vergogne della scuola italiana. Ma i nostri Politici vanno anche oltre e prevedono non solo per gli alunni, ma anche per i docenti, il divieto di portare a scuola un telefono cellulare, operando in tal modo una grave discriminazione tra i dipendenti pubblici, in quanto i docenti diventerebbero gli unici tra essi per cui vigerebbe tale singolare divieto.
I nostri cari Politici - che sono notoriamente dei cialtroni - dovrebbero smetterla di pensare che la scuola ha come sua funzione primaria l'educazione dei docenti, educazione ad una vita austera (grazie al magrissimo stipendio) ed ad una ferrea disciplina, mentre assolutamente NULLA si fa per educare i giovani, né per la loro educazione civica (con la pratica vanificazione di ogni sanzione
disciplinare) né culturale (con le ormai consolidate promozioni di massa, scollegate da ogni relazione con l'effettiva preparazione scolastica). Se poi i nostri squallidi Politici - che notoriamente godono delle più alte retribuzioni del MONDO, in barba alla nostra non brillante situazione economica, volessero proprio dare il buon esempio ai giovani, allora invece che prendersela con i telefoni cellullari dei docenti, farebbero bene a prendersela con sé stessi e ad evitare di dare quelle squallide manifestazioni di inciviltà come quando, anche recentemente, si è dovuto sospendere la seduta del Parlamento per RISSA IN AULA! (E poi ci si lamenta degli episodi di violenza negli stadi...)
Vorrei comunque concludere assicurando che, indipendentemente dalle disposizioni amministrative che saranno emanate da codesto Dicastero, il sottoscritto continuerà a portare con sé, in aula, il proprio telefono cellullare.
Con distinti saluti,
prof. Gennaro Caccaviello