23 ottobre 1956: la popolazione di Budapest si unì alla protesta degli studenti trasformando una piccola dimostrazione in una vera  e propria rivoluzione contro la presenza sovietica in Ungheria. La rivolta ungherese fu la prima grande incrinatura nella costruzione dei regimi comunisti in Europa. Fu la rivolta di un intero popolo che, soffocata, segnò l’inizio di una vasta e dolorosa riflessione, destinata soprattutto a coinvolgere gran parte degli intellettuali europei che al marxismo e al comunismo sovietico avevano guardato nei decenni precedenti con speranza e spesso con entusiasmo. I carri armati fecero fuoco contro i manifestanti. Allora mio padre, giovane avvocato e militante attivo del Partito Comunista Italiano, uscì dal partito che non prese le distanze da  quei carri armati che recavano la falce e martello. Mio padre rimase uomo di sinistra sempre, una sinistra democratica e europea. Molti dei nostri governanti di oggi sono gli stessi che allora rimasero nel Partito Comunista Italiano. Oggi sono ministri e sottosegretari, parlano di democrazia e di libertà, ma in fondo al loro cuore c'è sempre quella falce e martello. Per questo spesso dico: "Sono anticomunista".